Anche se ancora non è stato annunciato niente di operativo in merito a eventuali interventi del governo nell’ambito del recupero crediti, è probabile che entro la fine della legislatura si verifichino numerosi cambiamenti. Non per niente, nel contratto di governo sottoscritto dalle forze politiche che compongono l’attuale maggioranza, sta testualmente scritto:
“In materia di recupero forzato dei crediti da parte di banche e società finanziarie, intendiamo sopprimere qualunque norma che consenta di poter agire nei confronti dei cittadini debitori senza la preventiva autorizzazione dell’autorità giudiziaria”.
Nessuno sa ancora come andrà a concretizzarsi questo proposito nella realtà, tanto meno cosa venga inteso con “recupero forzato”. E’ tuttavia facile intuire quale sia l’opinione del nuovo governo in merito alle attività di recupero crediti. Attività che, è importantissimo sottolineare, sono nate e si sono evolute unicamente con il fine di tutelare qualcuno (ovvero i soggetti creditori), e non con l’ottica di ledere qualcun altro.
Purtroppo, infatti, troppo spesso viene fatto intendere che l’attività di recupero crediti è realizzata primariamente a danno di un soggetto debitore; dimenticandosi che avviene invece con l’esclusivo proposito di salvaguardare il legittimo diritto del creditore di vedersi semplicemente restituiti, nei termini concordati, i capitali che ha prestato.
Proprio per garantire questi diritti del creditore, senza però operare a danno del debitore, noi svolgiamo le nostre attività di recupero nel rispetto assoluto di principi quali: etica, correttezza morale, onestà, trasparenza, discrezionalità, educazione e professionalità.
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