Sta crescendo sempre più l’attenzione delle banche e della Bce nei confronti dei crediti UTP (Unlikely to Pay), che al momento si aggirano a circa 100.000.000 di Euro lordi.
Con UTP si intendono crediti per i quali non si pensa potrà realizzarsi un rimborso totale. Formalmente si parla di crediti integri ma per i quali è ipotizzabile una difficoltà di rimborso e per cui sarebbero necessarie tattiche ad hoc, diverse da quelle intraprese per le sofferenze.
Gli UTP abbisognano infatti di una strategia personalizzata e di capacità ben precise, con le quali individuare una soluzione ancor prima che il problema si complichi e che le possibili inadempienze si tramutino in sofferenze. E’ proprio in merito agli UTP che è stato forte e chiaro il messaggio recapitato dalla Banca Centrale Europea agli istituti bancari del vecchio continente: per limitare il peso delle sofferenze, è fondamentale agire prima, dismettendo i crediti a rischio di deterioramento e anticipando la soluzione del problema. E’ proprio su questa indicazione che già da diversi mesi le banche europee si stanno impegnando in operazioni di cessione di crediti UTP, anticipando così la loro trasformazione in crediti deteriorati.
In estrema sintesi, tale tattica mira ad intervenire prima che il debitore fallisca, quando c’è ancora la possibilità di cedere operazioni potenzialmente vive, non pregiudicate da aste giudiziarie.
Dal punto di vista delle banche, infatti, operazioni di cessione di UTP sono estremamente più remunerative di quanto invece lo sarebbero quelle di NPL, con tutti i vantaggi che ne conseguono.
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